Una trattoria – vineria tra Idillio e familiarità
Se mi fermo e penso ad una tipologia di cucina penso a quella tradizionale. Nonostante sia una fan del sushi, hamburger, avocado, cucina bio e veg, che pian piano stanno sostituendo gli gnocchi del giovedì, io rimando una fedelissima delle lasagne di mamma. Ed è per questo che il primo articolo sui luoghi da scoprire lo dedico ad una trattoria a gestione familiare in zona Pigneto, precisamente in zona Malatesta, a Roma. Appena entri lo senti subito, è l’odore di casa, una casa che ormai dopo 10 anni di vita romana sento con grande nostalgia.
Io sono cresciuta con i pranzi della domenica, quelli che ci univano davanti ad un piatto di pasta fatta a mano ed ad un vassoio di pastarelle. Quando entro nella Trattoria – Vineria Idillio rivivo esattamente quelle sensazioni.
In cucina la chef Paola Lauro è coadiuvata da suo marito, il manager Vincenzo Torcasio e in sala troviamo il sommelier Andrea Torcasio, figlio della coppia. In punta di piedi entriamo nella loro cucina e provo a svelarvi la loro storia e alcuni dei loro segreti. Il primo ad accogliermi è Andrea, un ragazzo molto disponibile, l’ambiente che mi circonda è molto familiare, a questo punto ne approfitto per fargli alcune domande.
Qual è il percorso professionale della chef Paola?
“La chef, nonché mia mamma, iniziò a lavorare nelle cucine negli anni ’80, in principio come assistente, in seguito come aiuto chef e poi come chef. Non ha seguito un percorso accademico ma ha lavorato direttamente sul campo. Il suo primo incarico fu al Cafe’ Notegen, in via del Babuino, all’epoca fu il secondo caffè più antico di Roma. Ha maturato tantissime esperienze. Prima di aprire l’Idillio il suo ultimo incarico fu in un’ enoteca a San Lorenzo, in cui non c’era una cucina a disposizione e lì imparò a realizzare piatti alternativi che ora sono entrati a far parte del nostro menù, come la vellutata, le crepes e il semifreddo di grana molto apprezzato.”
Come nasce l’idea della Trattoria – Vineria l’Idillio?
“Quando la chef Paola decise di aprire il suo ristorante utilizzò sia la parola trattoria, perché voleva creare un’atmosfera di comfort per il cliente, che la parola vineria per sottolineare il richiamo al mondo del vino. Oggi c’è chi identifica l’Idillio con la gricia, chi con il semifreddo di grana che può trovare solo qui, chi viene per i dolci o per la carta dei vini. Negli ultimi anni abbiamo deciso di introdurre nel nostro menù pollo biologico e carne toscana proveniente da bestiame nutrito biologicamente, precisamente da “La Chianina, Società Agricola Fierli, Organic Farming”, questo fa si che molti clienti scelgano di venire da noi per la qualità della materia prima selezionata.”
Quando avete aperto la Trattoria come vi siete rapportarti con il quartiere Pigneto, oggi uno dei luoghi della movida romana?
“Nel 2005 quando aprì l’Idillio si verificò una rottura nel quartiere, nel nostro piccolo abbiamo rappresentato una rivoluzione, sia per la scelta del menù che per i costi. Proponevamo periodicamente menù con piatti Fusion regionali, come lo sformato di cipolla rossa di tropea, la mozzarella di bufala campana DOP. Oggi queste proposte sono la normalità, dodici anni fa questa scelta era sicuramente innovativa. Inizialmente l’Idillio fu pensato come un piccolo ristorante in cui lavoravano solo due persone, ma ebbe così successo che tutta la famiglia si riversò in questo progetto. Purtroppo poco dopo l’apertura iniziò la crisi economica, molti ristoranti iniziarono ad utilizzare menù completi a basso costo, quindi chi ha deciso di mantenere alta la qualità del prodotto, come noi, ha iniziato a soffrire. Per fortuna abbiamo tenuto duro e oggi siamo in continua crescita.”
Negli ultimi anni c’è una nuova tendenza, molti adottano uno stile di vita vegetariano o vegano, come vi siete adeguati a queste nuove tendenze alimentari?
“Gran parte dei nostri piatti sono vegetariani, ad esempio le crepes al radicchio e taleggio, le melanzane grigliate e scamorza hanno sempre fatto parte del nostro menù. Zucca e gorgonzola, sformati di verdure miste oppure con i carciofi, le vellutate, il passato di fave sono piatti che a rotazione vengono proposti. Non abbiamo avuto una grande necessità ad adattarci. La chef Paola pensa che se molti problemi fisici derivano dalle materie prime che scegliamo, perché non dare attenzione a ciò che mangiamo utilizzando prodotti di alta qualità? Certo è un rischio perché i costi sono diversi per le forniture, ma siamo riusciti a non aumentare i prezzi al pubblico.”
Dopo questa bella chiacchierata con Andrea sono riuscita a rubare qualche minuto alla chef Paola. Davanti a me una donna minuta ma dotata di una grandissima forza, audacia, passione per il proprio lavoro e sacrificio, nei suoi occhi e nelle sue mani riesci a percepirla tutta. Le chiedo timidamente qual’è il piatto che ama cucinare e lei mi risponde il semifreddo di grana, ma la pasta fatta in casa rimane per lei il piatto per eccellenza. Dovete assolutamente provarla!!
Visto che non sono mai contenta sono riuscita a rubarle una ricetta.
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