Osteria La Briciola a Tivoli, un ristorante tra convivialità ed eccellenza gourmet

Osteria La Briciola a Tivoli, un ristorante tra convivialità ed eccellenza gourmet

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Osteria La Briciola a Tivoli

 

un ristorante tra convivialità ed eccellenza gourmet

 

Il mio viaggio fuori Roma continua, dopo F’Orme Osteria a Frascati la mia meta è Tivoli, dove da circa otto anni ha aperto l’Osteria La Briciola, che dovete assolutamente segnare in agenda. Un luogo dove rifugiarci, dove esser coccolati e dove mangiare un’ottima cucina. Appena varchi il cancello dell’ingresso, puoi lasciare la macchina in un ampio parcheggio e all’improvviso non pensi di esser in un ristorante, bensì in una casa con un portico esterno accogliente ed intimo. Si respira quell’aria di convivialità, lo percepisci dall’arredamento tipico delle case di campagna. Quella che sogni praticamente ogni fine settimana. La luce è soffusa, l’arredamento è curato in ogni angolo. L’accoglienza è perfetta, ti senti coccolato senza troppi eccessi. In queste sere d’estate hai la possibilità di scegliere di mangiare nella veranda, dove la vista delle colline ti fa dimenticare di esser a pochi passi da Roma.

 

                             

 

L’attenzione per il cliente è massima, oltre al servizio che ho trovato molto professionale, sono proprio i dettagli che fanno la differenza. Una delle cose che scruto sempre con attenzione, è il bagno. Appena entri nel bagno dell’Osteria La Briciola, puoi trovare qualunque oggetto utile alla cura della persona, dallo spazzolino per denti, kit per la pulizia delle macchie sui vestiti, stuzzicadenti, salviette, praticamente ti giri intorno e non vuoi più uscire.

 

Dopo questa breve panoramica su come sia stato bello il mio impatto con questo ristornate parliamo di cose serie e inizio a descrivervi la filosofia di questo luogo e i piatti che ho avuto il piacere di assaggiare.

 

Enrico Magnanti è lo Chef e Sommelier dell’Osteria. Ogni sera accoglie un massimo di 40 persone con eleganza, calore e discrezione. L’obiettivo dello Chef è partire dalla tradizione per rivisitarla, cercando di alleggerirla da condimenti eccessivi e creare abbinamenti che risaltano il piatto e l’equilibrio gustativo. Dal loro menù emerge la ricerca dei sapori locali, con una lista di oli e aceti mai vista prima di oggi in un menù. La carta dei vini presenta 350 etichette, possiamo trovare le maggiori eccellenze vitivinicole nazionali ma anche internazionali e non mancano le birre artigianali e i distillati.

 

Durante la cena ho bevuto un Nusseumer del 2016 della Cantina Tramin, credo uno dei più buoni Gewürztraminer che abbia mai sorseggiato. Corposo, fruttato con un’ottima aromaticità che ha accompagnato in modo perfetto la nostra degustazione.

 

                   

 

Mentre aspettavamo i nostri antipasti abbiamo assaggiato una selezione di pane, preparata dallo chef. La pizza e i panini morbidi sono eccezionali, e la vera chicca è lo scalda pane sul tavolo, che per tutta la sera lo mantiene al caldo. Una super coccola per il commensale. Dopo aver mangiato praticamente tutto il pane per la bontà partiamo da un antipasto.

 

 

Polpo arrosto su salsa di melanzane con insalatina di cavolo rosso. Un polpo tenerissimo, si scioglieva al palato, mentre le mazzancolle che accompagnavano il piatto erano cotte con pasta kataifi.

 

…. Come domenica. Rivisitazione della lasagna. Ho trovato il piatto molto curato nella presentazione, la pasta forse troppo asciutta ma il gusto delle polpette e l’insieme del piatto era così perfetto che possiamo perdonare tutto allo chef.

 

 

Spaghettone “Vicidomini” alla mediterranea, erbe aromatiche e pomodoro del Piennolo D.O.P. Ritengo che questa piatto sia stata una grande sfida per lo chef. Quanti di noi ordinerebbero pasta al pomodoro al ristorante? Vi assicuro che questo piatto ha vinto ogni sfida. Ha unito prodotti antichi come la pasta Vicidomini e i pomodori del Piennolo, un tripudio di sapori del Sud, il tutto condito con la sua semplicità da un olio eccellente.

 

 

Ravioli ripieni di calamari con spuma di patate e teste di limone candite. Questo per me ha rappresentato il piatto rivelazione della serata, un contrasto di sapori così ricercato e nuovo che dopo il primo boccone non ha lasciato dubbi. Il segreto di questo piatto è mangiare il raviolo insieme alla spuma di patate, perché è proprio questo mix di sapori che vi lascerà piacevolmente stupiti. Unico suggerimento, la quantità di ripieno all’interno del raviolo, avrei aumentato la consistenza, solita ingorda.

 

 

Calamarata con gamberi rosa di Ponza e crema di pistacchio verde di Bronte D.O.P.La pasta completamente prodotta dallo chef, ottima e l’equilibrio tra questi sapori è davvero piacevole al palato. Gusto molto delicato.

 

 

L’ultimo primo piatto che ho assaggiato è stato in primis un tripudio per la mia vista. Voi l’avete mai visto un arcobaleno nel piatto? Questo piatto lo vorrei battezzare semplicemente Rainbow, quasi un peccato assaggiarlo. Tortelloni ripieni di “Fiocco della Tuscia” con funghi di bosco e granella di nocciola.

 

Dopo questa degustazione eccellente di primi piatti passiamo al secondo. Filetto di vitello con erette aromatiche e riduzione di marsala. Il vitello cotto in modo perfetto, tenero al palato e il condimento risaltava il gusto della carne.

Spigola rosticciata su cremoso di limone profumata alla menta. Il segreto di questi piatti è assaggiare in un sol boccone tutti gli ingredienti che lo compongono, ero titubante sulla fragola. Vi assicuro che mi sono dovuta ricredere, donava al piatto un equilibrio e un sapore pazzesco.

Due piatti ottimi ma ora passiamo alla conclusione della cena con due dolci che solo per la bellezza per la presentazione ti lasciano a bocca aperta.

Dolce incontro: rum, cioccolato fondente Ebène 72% e arancia. Esteticamente molto scenografico, al palato nulla di innovativo, infatti la vera star dei dolci della serata è lui, il Cubo di cioccolato bianco, cristalli di sale e mouse di lamponi. 

Siamo arrivati alla conclusione di questa mia esperienza, una serata perfetta, trascorsa nella veranda con un ottimo vino e piatti davvero unici nel loro genere. La voglia di sperimentare dello chef utilizzando prodotti veri, antichi, tipici della nostra tradizione e della nostra storia lo avverti da subito, appena sfogli il menù ma la vera scoperta è la sua personale rivisitazione. Questo ristorante farà strada perché posti così sono preziosi. Prima di congedarmi una piccola sorpresa che ci è stata svelata alla fine della serata devo dirvela. Questo ristorante ha una saletta privata con 10 coperti che potete utilizzare per eventi privati, piccole feste in famiglia e perché no, proposte di matrimonio uniche. La sala è piccolina, di un’intimità unica. Immaginate di star a casa, con una libreria enorme, un divano accogliente e un ristorante di alto livello che vi regalerà una cena e un servizio impeccabile. Personalmente dopo aver scoperto questa saletta l’Osteria la Briciola è salita in top ten.

 

Informazioni utili

Osteria La Briciola, via Tiburtina Valeria, 106  – Km 36.500  – 00019 Tivoli (RM) sito internet www.osteriabriciola.it

Consiglio di impostare il navigatore su: Tivoli, Via Scuole Rurali, 1 (non fate come me che mi sono persa perché non ho seguito questa indicazione)

Orario di apertura: Tutte le sere tranne il Lunedì chiuso per riposo settimanale. Sabato e domenica e festivi apertura anche a pranzo

Tel. 0774.418421

 

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F’Orme Osteria, il nuovo ristorante del noto chef Alberto Mereu a Frascati

F’Orme Osteria, il nuovo ristorante del noto chef Alberto Mereu a Frascati

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F’Orme Osteria

il nuovo ristorante del noto chef Alberto Mereu a Frascati

Dopo una lunga giornata nel caos della grande città la voglia di evadere è davvero grande. Quanti di noi si rifugiano nella zona dei Castelli Romani per ritrovare un po’ di pace, per respirare aria pulita e per passeggiare tra i vicoli guardando un tramonto su Roma. Oggi vi darò un motivo in più.

                                       

A Frascati da circa un mese ha aperto F’Orme Osteria, un nuovo ristorante nato da un’idea dello chef Alberto Mereu. Il giovane chef dopo anni di esperienza in alberghi a cinque stelle decide di abbandonare la metropoli per rifugiarsi nel cuore di una piccola città. Qui nasce l’idea di F’Orme, un nome che unisce le tradizioni, puntando sulla valorizzazione del territorio e le orme di una cucina creativa. Lo chef Mereu scegli personalmente i migliori produttori locali e cerca di valorizzare ogni ingrediente trasmettendo attraverso i suoi piatti un grande studio e una grande passione.

Il locale è suddiviso in due parti, una parte ristorante con 35 coperti e una parte banco con salumi, formaggi e vini a vista, dove sarà possibile vivere tasting exeperience. Tavoli in legno, parenti con mattoncini, la luce color ambra rendono tutto estremamente accogliente. La mise en place è essenziale ma molto particolare.

Il menù è breve, l’obiettivo dello chef è curare la qualità di ogni singolo piatto. Possiamo scegliere tra cinque antipasti, cinque primi e cinque secondi con l’aggiunta di un menù degustazione con proposte extra. Lo chef ha voluto anche aggiungere una carta a parte per i primi della tradizione, come la carbonara, amatriciana, cacio e pepe, gricia e “ajo e ojo e peperoncino”, al costo di soli dieci euro. Un’altra proposta che mi ha davvero stupito è il pranzo con porzioni ridotte del menù, per godere in modo più leggero un buon pasto. Ogni porzione ha un costo di soli quattro euro. Sapete perché sono sorpresa? Perché trovo che la qualità sia davvero alta e pensare di poter aver la possibilità di vivere un’esperienza nel suo ristorante ad un costo ridotto non è poco.

E’ stata una scoperta sorprendente. Portata dopo portata aumentava la nostra curiosità. Non ci ha deluso lo chef, anzi. Materie prime ottime, di grande qualità, valorizzate con tocchi di originalità.

Ora vi presento alcuni dei suoi piatti. Per la bellezza dell’impiattamento giudicate voi, per il gusto, mi sono sacrificata, li ho assaggiati tutti e vi assicuro che sono ottimi!!!

Antipasti

Tartara di manzo con crema di uovo e peperone crusco

“Crostino di Alici” fresche di Anzio con fiordilatte e crema di prezzemolo

Tiepido di bollito con guancia di manzo, lingua di vitello e galletto in salsa verde e verdure croccanti

                                     

Primi Piatti

Tortello di ricotta alla vignarola

Doppia tagliatella “Bianca e Nera” di seppia cruda e agrumi

                     

 

 

Secondo piatto

Terrina d’agnello alla cacciatora con melanzane marinate alla menta

                                           

Dolce

Cremoso fondente 80% con Pan di Spezie, Fiocchi di sale e olio Extra Vergine di Oliva

Crème Caramel Fava Tonka e arancia

Tiramisù

                                   

 

Più che una cena è stata davvero un’esperienza, non posso che ringraziare lo chef Alberto Mereu per l’accoglienza, per la disponibilità e il garbo con cui ci ha fatto entrare nella sua cucina e ci ha fatto conoscere sapori davvero unici.

Informazioni utili:

 

F’Orme Osteria, Via Michelangelo Caetani, 8 Frascati (RM)  Sito: http://www.formeosteria.com/

Tel. 06.9416990 – Email: info@formeosteria.com

Aperto tutti i giorni dalle 12:00 – 14:30 e dalle 19:30 -23:00

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Profumo Spazio Sensoriale – un luogo dove essenze, fiori e buon cibo si uniscono come per magia

Profumo Spazio Sensoriale – un luogo dove essenze, fiori e buon cibo si uniscono come per magia

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Profumo Spazio Sensoriale

Un luogo dove essenze, fiori e buon cibo si uniscono come per magia 

 

Da circa un mese ha aperto a Roma, in via di Villa Lauchli 1, Profumo Spazio Sensoriale, un luogo davvero magico. Non lo dico tanto per dire, è davvero magico. Sono una persona molto empatica, quando mi trovo in un luogo bello lo avverto da subito. Mentre mi incammino verso l’ingresso l’ho percepisco subito che sarebbe diventato il mio posticino. Lasciando da parte il romanticismo provo a descrivervi ogni angolo di questo nuovo Cocktail & Tapas Bar. 

Ho percorso la tangenziale in direzione Stadio Olimpico, scendo in una stradina piccola, ed ho pensato per prima cosa, ma sono ancora a Roma? Entro in un cancello, mi indicano un grande parcheggio, già qui la mia estrema gioia nel non dover impazzire per cercarlo. Scendo dalla macchina e vengo catapultata in un’area verde, intorno a me vedo solo fiori, alberi e un grande prato curato. Ecco la mia seconda sorpresa. Come ho fatto a passare dal traffico infernale al paradiso in terra?

La mia meta è stata l’angolo del Flower Market di Federica Ambrosini, vi ho parlato di questa bravissima Flower Design nel mio articolo sulla sua arte floreale. Ogni sabato e domenica apre in questo cocktail bar un market dove ognuno di noi ha la possibilità di acquistare i suoi fiori introvabili, partecipare a workshop e soprattutto avere da Federica e dal suo staff delle composizioni uniche. Mi fermo un po’ lì, ammiro i fiori, li fotografo tutti e poi inizio ad esplorare. Lo spazio verde è davvero grande, tavoli in legno ben apparecchiati sotto grandi ombrelloni precedono l’ingresso. La prima cosa che riesci a cogliere prima di varcare la soglia è il FlowerWall realizzato da Federica Ambrosini. Una volta dentro rimani affascinata dall’arredamento e dalle composizioni floreali al suo interno. Il profumo dei fiori e delle fragranze disposte sui tavoli ti accoglie e ti coccola. La Maestra Profumiera Fernanda Russo ha realizzato quattro raffinatissime profumazioni d’ambiente rappresentative di quattro famiglie olfattive. Grazie a questa realizzazione Profumo Spazio Sensoriale diventerà un marchio di alta profumeria.

 

 

    

 

                                  

 

Un vero e proprio viaggio sensoriale che ci accompagna attraverso un percorso dove si combina un menù suddiviso, non in portate ma in Famiglie Olfattive, una cocktail list, una profumazione d’ambiente e un allestimento floreale. Le quattro famiglie esaltate in questo spazio sensoriale sono il dolce floreale, il toccante agrumato, lo sconfinato marino e il deciso speziato. La scelta del menù verte tra un crudo, un primo, un secondo, una pinsa, un dolce e un cocktail legati ad ognuno di questi percorsi. Lo chef che ci darà la possibilità di vivere questa emozione olfattiva è Marco Morello, che ho avuto il piacere di conoscere durante la mia esplorazione. Un giovane chef ma con una grande esperienza alle sue spalle, ha lavorato con Patrice Guillet (una Stella Michelin) per la sans soucigroup, con Antony Genovese al Pagliaccio, con Arcangelo Dandini ed è stato chef executive presso la rassegna vinoforum per anni dove ospitava chef internazionali e italiani.

 

 

Mentre fotografavo ogni angolo di questo spazio, noto lo chef che si ferma a parlare con chiunque abbia delle curiosità. Una persona molto cordiale e disponibile, ha preso in mano il suo menù e mi ha spiegato come attraverso la combinazione di sapori vuole esaltare ogni “emozione olfattiva”. La scelta può esser alla carta oppure vengono proposti dei veri e propri menù degustazione. Il sabato e la domenica viene organizzato il brunch con una selezione di formaggi e salumi, di pasta, di verdure grigliate, viene allestita un’area wok e una barbecue. Il bar realizza centrifughe fresche per combattere il caldo e alla fine del pasto c’è la possibilità di scegliere tra una selezione di dolci oppure del gelato, direttamente dal carretto allestito all’esterno. Il costo del brunch è di 30,00 Euro, all’ingresso vengono consegnate quattro fiche con le quali puoi prendere quattro piatti diversi tra le aree allestite. Eliminata l’idea delle grandi abbuffate e corse al tavolo buffet trovo questa formula davvero innovativa, ordinata ed elegante. Ogni piatto viene cotto al momento, direi che funziona!

 

Il Cocktail & Tapas Bar apre ogni giorno dalle ore 18.00 alle ore 2.00. Grazie alla musica prima lounge e a seguire deep, suonata dal Dj del Buddha Bar di Parigi Ravin, l’ambiente diventa ancora più suggestivo.

Come vedete molti sono i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto. Poi dite che non ve l’avevo detto…..

 

Profumo Spazio Sensoriale,

 

Via di Villa Lauchli, 1 – Roma Tel. 351 276 7173

 

 

Gyoza farciti con carne di maiale di ViolaCucina

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Stefano Marzetti, chef executive del Mirabelle Restaurant, e le sue radici

Stefano Marzetti, chef executive del Mirabelle Restaurant, e le sue radici

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Stefano Marzetti, chef executive del Mirabelle Restaurant, e le sue radici.

Stefano Marzetti, chef executive del Ristorante Mirabelle dell’Hotel Splendide Royal, si racconta in una bellissima intervista in cui non soltanto ha aperto la porta di questa magnifica location, ma ha aperto la porta della sua cucina e della sua vita. E’ stato emozionante per me ascoltare la sua storia, i suoi sogni, i suoi sacrifici che l’hanno portato dov’è ora. E ammetto che a volte è stato anche difficile rimanere concentrata. La vista di Roma da questa terrazza ti toglie il fiato. Elegante e raffinato il ristorante ha un Roof Garden sospeso su Villa Borghese, un polmone verde che durante i mesi estivi dona un piacevole fresco e la vista di San Pietro rende Roma assolutamente perfetta, almeno da qui. Il Mirabelle ha aperto quindici anni fa e prevede 120 coperti, direi tanti se pensiamo alla media del suo genere. Ha una saletta interna, un privè di trenta posti che viene utilizzato per piccoli eventi privati o degustazioni di vini, grazie alla realizzazione della cantina con moltissime etichette prestigiose. Lo chef Marzetti insieme al Sommelier, Fabrizio Colaianni, costruisce serate a tema in base alle regioni italiane. Ad esempio per la serata Piemonte vengono proposte degustazioni di vini tipicamente piemontesi abbinati a prodotti tipici di quella terra come le nocciole e il tartufo. Come ci avvicineremo ai mesi estivi le degustazioni verteranno su regioni del Sud.

Una caratteristica importante dello chef Marzetti è la passione con cui racconta i suoi piatti, il percorso e lo studio che ha portato alla realizzazione dei suoi menù. Parlo al plurale perché almeno 6 volte nell’arco dell’anno lo chef propone nuovi piatti. La sua cucina viene definita da lui stesso chiara, diretta e viscerale. Il suo obiettivo primario è creare pietanze che abbiano un sapore ben definito, non devono nascere da tentativi astratti ma devono esser equilibrati e semplici. Ogni piatto ha qualcosa da raccontare, deve rappresentare un percorso. Un grande professionista, secondo lo chef, non deve esser soltanto bravo a gestire un gruppo o saper delegare nella sua cucina, ma deve rispettare il commensale e il suo viaggio attraverso tre percorsi, tre portate che abbiano un equilibrio tra loro, ovvero un equilibrio tra il gusto e le proprietà nutrizionali della materia prima utilizzata.

Il lavoro dello chef negli ultimi mesi è focalizzato alla realizzazione di un menù degustazione chiamato “Le mie radici”. Rappresenta un gioco di parole, una ricerca dei prodotti tipici della sua terra, l’Umbria, abbinati alle proprie radici. E proprio dal racconto dei suoi piatti che riusciamo a capire il connubio tra radici, tradizioni ed eleganza che sono alla base della sua cucina.

I piatti proposti dallo chef Marzetti

Una tavola bianca con risotto carnaroli ricco di radici, carpaccio di gamberi rossi conditi con l’emulsione ottenuta dagli stessi gamberi, e una spolverata di anice stellato, precedentemente essiccato e setacciato. Un risotto in cui le radici rappresentano una parte fondamentale. Lo chef ha scelto la scorza nera, il topinambur e il sedano rapa che in parte vengono tagliate a cubetti e in parte ridotte in crema. Adagiati sul riso vengono posti gamberi rossi cotti e appena scaloppati in modo creando un carpaccio e poi vengono conditi con una maionese fatta con gli stessi gamberi, emulsionati con acqua e olio di semi. Per le radici lo chef sceglie l’essiccazione, dopo due e tre giorni diventano come corn flakes croccanti al palato, in questo modo il sapore dell’alimento rimane intatto e, unito al riso, crea anche un contrasto sia di sapore che di consistenza.

Un secondo primo piatto proposto nel nuovo menù, è una pasta a base di acqua e farina di semola di pane duro, una pasta che viene grigliata come il Dim Sun, la pasta tipicamente giapponese, con la differenza che quest’ultima è composta da farina di riso e tapioca, mentre nella pasta proposta dallo chef la farina è più grezza, come se fosse una polenta. Una volta stesa il ripieno è di ragù alla genovese, a base di vitella e di coscia di maiale spolpata e stufata in padella, creando una consistenza croccante, con una crema di caciocavallo podolico e un ristretto di cacciatora. E’ la rivisitazione di un piatto della cultura campana che prevede il ragù come condimento per i paccheri mentre in questo caso viene inserito dentro il raviolo.

La zuppa di arzilla e broccolo romano, è invece la rivisitazione della zuppa romana, un piatto della tradizione come si faceva nel “ghetto”. In questo piatto c’è la ricerca del passato alleggerito con giusti ingredienti. Il procedimento è molto semplice, viene preparata una zuppa di sedano, carote, cipolla, aglio e alloro e successivamente si aggiunge nella casseruola l’arzilla con tutta la testa. Una volta stufata viene spolpata e le carcasse e le lische vengono inserite di nuovo nel brodo. La polpa di arzilla e il brodo filtrato vengono messi da parte. A questo punto inizia la preparazione del broccolo. Sedano, carote, cipolla, aglio e acciughe e broccoli a pezzettini a fiori vengono fatti brasare e sfumare con del vino bianco, alloro e bacche di pepe e peperoncino. Questo è il momento in cui si uniscono i sapori del broccolo con il brodo di arzilla. Per completare il piatto vengono soffritti i pomodorini spolpati senza semi e aggiunti alla zuppa e alla polpa di arzilla sfilacciata. Il tutto viene servito in un piatto fondo, accompagnato da tagliolini, a base di acqua e farina senza uovo, al nero di seppia attorcigliati al centro del piatto come un nido nero. Ultimo tocco, viene grattugiato il broccolo viola a crudo sul nido.

Dopo i tre primi piatti lo chef ci espone un secondo a base di pernice rossa. I due petti vengono separati dal busto centrale e le coscette vengono cotte in olicottura, ovvero inserite in olio aromatizzato con rosmarino, maggiorana e timo. Tutte spezie dette robuste poichè hanno il perno centrale più duro. Prendiamo tutti gli aghetti, li eliminiamo dalla corteccia centrale e creiamo questo olio con l’aggiunta di alloro. Le cosciette vengono cotte nel forno a 180 gradi per un’ora e trenta minuti, appena saranno cotte la polpa viene battuta con il coltello grossolano e vengono creati dei piccoli polpettoni di pernice. L’osso non viene gettato via ma viene portato ad ebollizione con l’aceto finché non diventa bianco. A questo punto i polpettoni vengono fritti con il panko, un pancarrè grezzo tipico della cucina giapponese, e con le mandorle. Mentre vengono fritte l’ossetto della pernice viene inserito ad innesco. Della pernice vieni utilizzato tutto. I petti vengono posizionati nel piatto come un sandwich con all’interno la cipolla rossa di Tropea candita, il tartufo nero pregiato, due foglie di spinaci e uno strato sottile di foie gras. Questo sandwich viene poi chiuso con una fetta di pancetta e inserita nella pasta sfoglia come un saccottino. Una volta cotta nel forno si tagliano le due estremità, i due medaglioni vengono posizionati su una crema di zucca graffiata nel piatto bianco, e infine vengono aggiunte e le polpette. Lo Chef serve il piatto con una salsa al tartufo.

La regola di questo piatto è non disperdere i sapori nelle cotture, viene mantenuto il broccolo croccante e la zuppa cotta nel brodo viene usata come base per miscelare i due sapori.

 

Non puoi che rimanere affascinata dal racconto dettagliato di ogni ingrediente e procedimento che ha portato alla realizzazione dei suoi piatti. Rende tutto di una grande semplicità. E tu pensi solo per un’istante che forse non è poi così difficile prepararne uno. Dopo poco torni alla realtà e non può che ringraziare lo chef per il viaggio nella sua cucina, nelle sue radici, e nelle tradizioni da lui rivisitate.

Un piccolo consiglio, ognuno di noi almeno per una volta deve salire sulla terrazza del Mirabelle, un luogo dove tutto è assolutamente magnifico.

Grazie chef Stefano Marzetti

Grazie per l’ospitalità Mirabelle Restaurant  Via di Porta Pinciana, 14, 00187 Roma | Tel. 06.42168838

 

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Millefoglie Macaron & Tea -Una sala da tè nel cuore di San Giovanni

Millefoglie Macaron & Tea -Una sala da tè nel cuore di San Giovanni

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Millefoglie Macaron & Tea – Una sala da tè nel cuore di San Giovanni

  

La domenica pomeriggio è uno di quei momenti in cui riesco a staccare la spina da tutto e dedico del tempo per coccolarmi. Il modo migliore è prendere un buon libro e sedersi sorseggiando una tazza di tè in una sala confortevole e conviviale. Qualche domenica fa ho scoperto un piccolo angolo di paradiso nel cuore del quartiere di San Giovanni, il Millefoglie – Macaron & Tea. Un salotto grazioso e piccolo dove ho sorseggiato lentamente una tazza di tè e soprattutto divorato molti dolcetti, tra cui dei macaron ottimi. Ho scelto un macaron al cioccolato e uno al caramello, uno a zero per il primo. Oltre ad esser fragrante al punto giusto, a differenza di molti era ricco di crema al suo interno, (la vedete nella foto??). Mai mangiato così, ve lo assicuro!!

  

Dalle foto del salotto potete coglierla quell’anima un po’ British, con una grande attenzione sia nel design che rievoca la Roma Vintage, sia nella selezione dei colori, delle forme e dei sapori. Serenella Ruggeri ha progettato ogni dettaglio della sua sala da tè. Collezionista di teiere e tazze, espone i pezzi più belli che ha raccolto nei suoi viaggi. Ha portato con sé un po’ del fascino Nord Europeo e della concezione estera della sala come un posto conviviale. Nel gennaio del 2017 trova un locale perfetto in Via Raffaele de Cesare e apre Millefoglie Macaron & Tea, dove delizia i suoi ospiti con creazioni di piccola pasticceria e con una grande selezione di tè e infusi naturali.

    

I dolci vengono preparati da un laboratorio di pasticceria professionale che esegue ricette indicate direttamente da Serena. Oltre ai macarons ho assaggiato una fetta di torta con crema pasticcera e fragoline di bosco, ma la scelta era davvero ampia, ad esempio visto che mancavano pochi giorni a Pasqua, c’erano tantissime  pastiere napoletane in monodose. In base alle stagioni Serena sceglie ingredienti ed infusi. Aspettiamoci per i prossimi mesi una selezione di bevande fredde e naturali.

Vi lascio con un pò di foto scattate nel mio pomeriggio di totale relax e ringrazio Serena per l’ospitalità e il buonissimo tè.

    

 

 

INFORMAZIONI:

Millefoglie Macaron & Tea | Via Raffaele di Cesare, 83 (zona San Giovanni) Tel 06 89715366 Pagina Facebook

Gyoza farciti con carne di maiale di ViolaCucina

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Pasqua, nel cuore e nella tradizione di Roma

Pasqua, nel cuore e nella tradizione di Roma

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Pasqua nel cuore e nella tradizione di Roma

Il Pranzo Pasquale al Passetto, storico ristorante di Roma

Quando si avvicinano le vacanze Pasquali abbiamo sempre una domanda: cosa organizziamo? Quasi lo invidi il Natale, la cena con i tuoi rappresenta una certezza. La Pasqua, come recita un vecchio detto, puoi passarla con chi vuoi, quindi non mancano le gite fuori porta, i pranzi con gli amici, le scampagnate, tempo permettendo, con il pallone e il cestino del pic – nic. Forse tra tutte le possibili soluzioni per trascorrere un bel week end io scelgo sempre la visita nella città d’arte. Immagino quanti di voi hanno scelto la città eterna. Una passeggiata al Colosseo, ai Fori Romani, al magnifico Altare della Patria e se da qui vi avventurate verso Piazza Navona e raggiungete Piazza di Santa Apollinare troverete un ristorante che è rimasto fedele alle nostre vere radici e tradizioni, il PassettoRicordate vi ho già parlato di questo ristorante – pizzeria quando vi ho raccontato delle scuole di cucina che aprono al mondo. Ristrutturato recentemente ha riaperto grazie all’esperienza nella ristorazione dei fratelli Salvatore e Marilena Barbieri e sotto la guida del romanissimo chef Arcangelo Dandini, affiancato da Maria Ferrini e da Giancarlo Casa. Uno chef con una fortissima tradizione alle sue spalle, i genitori aprirono un ristorante a Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, e lui seguì le orme della sua famiglia aprendo molti ristoranti in giro per l’Italia. Ed oggi grazie al suo prezioso aiuto e alla sua esperienza il ristorante della storia borghese romana, ha ripreso di nuovo vita. Ho avuto il piacere di conoscere lo chef durante l’ultimo evento Excellence che si è svolto a Roma qualche mese fa. Insieme allo chef Paolo Trippini, dal Ristorante Trippini di Civitella del Lago (TR), crearono in uno show cooking a quattro mani un insolito e quanto gustoso piatto: Misticanza con radici, uovo, e riccio di mare. L’obiettivo, come spiegano gli chef, era quello di creare una sapidità senza utilizzare il sale per evitare che risultasse l’insalata troppo amara. Quindi hanno preso l’acqua del riccio di mare, emulsionata con il succo della barbabietola creando un gioco di sapido e dolce. La scelta ricade su tutti elementi naturali, unire la misticanza con le rape rosse e giocare con le salse. Oltre al riccio di mare, prediligono l’acido aromatico tipico del mandarino, ne ricavano il succo naturale e rendendolo caramellato lo aggiungono all’insalata. A questo punto manca l’ultimo tocco dello chef Arcangelo Dandini con l’uovo, fatto cuocere in padella per un minuto soltanto ed emulsionato con un goccio di olio di oliva. Ora abbiamo tutti gli ingredienti. Un piatto che coinvolge il mandarino, la barbabietola e i ricci, elementi che troviamo in molti piatti della cucina dello chef. I colori sono davvero affascinanti, a Voi il giudizio.

 

Dopo questa presentazione dello chef, vorrei ricordare la storia del vecchio Passetto, nasce nel lontano 1860 e rappresentava un luogo di incontro di molti personaggi della nostra storia, ricordiamone solo alcuni il de Chirico, la famiglia Agnelli e Papa Ratzinger. Purtroppo la precedente gestione fece delle scelte sbagliate portandolo alla chiusura, ma oggi c’è una gran voglia di ripartire e soprattutto riportare i romani in quel luogo che un tempo rappresentava l’eccellenza. Oggi il locale è stato interamente ristrutturato, non soltanto un ristorante con una cucina interamente italiana ma anche una pizzeria sotto la guida di Giancarlo Casa. Contestualmente al ristorante apre anche un Cocktail bar, chiamato Apollinare. Un grande team per un grande progetto. Questo il menù del Pranzo di Pasqua a cura di Arcangelo Dandini e Maria Ferrini. Un menù che rappresenta un viaggio alla riscoperta dei sapori romani. Non mancano i simboli che sono alla base della tradizione come la Coratella, l’Agnello, il Pecorino e infine la colomba che non potrà mai mancare.

PRANZO PASQUALE

Brodo “Apostolorum”

Uova sulle nuvole

Corallina:

Pizza di Pasqua con coratella e carciofi all’anice

Lasagna con pasta tirata a mano, leggero ragù di carciofi, mentuccia e pecorino

Agnello delle colline del Lazio alla cacciatora, broccoletti di Anguillara e patate di Avezzano

Un’insolita mimosa:

Mousse di ananas aromatizzata alla curcuma e zest di lime, con scaglie di cioccolato e cuore di kiwi

Colomba pasquale dell’Antico forno Roscioli

“La mia è la cucina della memoria. Sui sapori dei miei ricordi di bambino elaboro la carta del mio ristorante e dedico continuamente piatti a quello che ho vissuto” – Arcangelo

INFORMAZIONI UTILI

Info e prenotazioni – Tel 06.62286019

Passetto | https://ristorantepassetto.it | Piazza di S. Apollinare, 41 Roma

Evento Facebook https://www.facebook.com/events/206230600147806/

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