Pronti per un week a base di Pizza?

Pronti per un week a base di Pizza?

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Pronti per un week a base di Pizza?

Che ne pensate di tre giorni interamente dedicati alla scoperta di giovani chef e pizza chef emergenti dal centro al sud Italia?

Io penso che sia un’occasione da non perdere. Questo week end dal 12 al 14 aprile nella Città della Pizza, presso il Ragusa Off in via Tuscolana a Roma, ci saranno le Selezioni Centro Sud dei Premi Emergenti Chef under 30 ed Emergenti Pizza Chef under 35.

Il Ragusa Off, è un nuovo spazio recentemente ristrutturato perfetto per eventi privati, fiere, festival, mostre. Recuperato da uno degli immobile dell’ATAC, ex rimessa di Piazza Ragusa, è composto da un’unica sala di 6.000 mq piano strada e di un piano interrato pari a 5.000 mq, per un totale di 11.000 mq di spazio da allestire! L’evento che si terrà in questi giorni sarà una grande occasione per visitarlo assaggiando pizze farcite e realizzate da 39 tra i migliori pizzaioli.

Non ci saranno solo competizioni ma assisteremo anche a performance di molti pizzaioli d’Italia scelti dagli autori del format: Emiliano De Venuti, CEO di Vinòforum e ideatore de La Città della Pizza, i giornalisti Luciano Pignataro, Luciana Squadrilli, Tania Mauri ed il maestro pizzaiolo romano Stefano Callegari.

Le prime ricetta su cui si baserà la sfida degli chef è intitolata “Come una margherita….”, un tema che si ispira al contenuto della manifestazione che prevede l’utilizzo di soli quattro ingredienti obbligatori: la pasta, l’olio, la mozzarella e il pomodoro. La seconda ricetta prevede un tema libero. La finale che si disputerà nella giornata di domenica 14 aprile avrà come tema imposto: il fritto di Olitalia e il Parmigiano Reggiano.

Per i pizza chef del Centro – Sud la sfida sarà su due ricette, la margherita tradizionale e la pizza creativa che sarà valutata anche per l’impasto rigorosamente a mano.

Ogni pizzaiolo ha il suo stile, la sua tecnica, il suo metodo di lievitazione per creare impasti buonissimi da mangiare e da digerire. La ricerca costante delle materie prime che possono esser le farine oppure gli ingredienti per i condimenti li rende dei veri e propri artigiani.

Spesso attenti alle innovazione oppure al rispetto della tradizione alcuni di loro sono maestri e noi in questo week end abbiamo la possibilità di ammirare le loro pizze e il loro amore per questo bellissimo lavoro.

Una città interamente dedicata alla pizza!

Ci saranno 12 “case” suddivise in diverse categorie: “Napoletana”, “All’italiana”, “A degustazione”, “Romana”, “Al taglio”, “Fritta” e “Senza Glutine”. Le case proporranno un menu composto da tre diversi tipi di pizza: margherita o marinara, un cavallo di battaglia e una special Edition creata per l’evento. Non può mancare la postazione speciale dedicata ai “Fritti all’italiana”.

L’ingresso è gratuito e per acquistare la pizza c’è la formula a gettoni, ad ogni gettone corrisponde un euro.

La Città della Pizza
Location: Ragusa Off – Via Tuscolana 179.
Orari: Venerdì 12 aprile ore 18.00 – 24.00
Sabato 13 aprile ore 11.00 – 24.00
Domenica 14 aprile ore 11.00 – 23.00

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Arriva il quarto Supplizio a Trastevere.

Dopo cinque anni dall’apertura del locale in Via dei Banchi Vecchi 143, dopo il Food Box a Mercato Testaccio e l’apertura in Via dei Coronari 25, Arcangelo Dandini insieme a Marco Morello apre il quarto Supplizio. 

Scelgono la zona di Trastevere per dar vita alla loro bottega dove i supplì sono i protagonisti assoluti. Più volte lo chef Dandini ha espresso la sua grande passione per il cibo di strada e della tradizione italiana per eccellenza. Il sapore dei supplì risvegliano ricordi della sua infanzia trascorsa a Rocca Priora e del suo trasferimento a Roma. Sapori, odori e persone si mescolano riportando nella sua mente momenti di una vita vissuta.

Nell’Antica Roma molte erano le friggitorie sparse per la città, perché non omaggiare questi luoghi e riportare le antiche tradizioni? Questa è l’idea che ha portato alla nascita di ben quattro friggitorie trasformate in piccoli salotti che diventano tempio dei supplì d’autore a Roma. E non finirà qui, lo chef Dandini sta preparando la sua prossima apertura a Milano, Supplizio in Via Ventiquattro Maggio.

La proposta di Supplizio

I supplì vengono tutti realizzati con il Riso Carnaroli a lunga stagionatura, la carne scelta è di primissima qualità, le verdure sono biologiche e il pane Roscioli viene tostato in forni che garantiscano un’ottima panatura. Troviamo supplì classici, all’arrabbiata con mozzarella, pomodoro, pecorino e peperoncino, il tradizionale con carne, funghi porcini, mosto cotto e parmigiano. Nel menù possiamo anche scegliere il supplì della tradizione romana come Burro e acciughe, cacio e pepe e carbonara. Tutti al costo di 3,00 euro.

Per l’apertura a Trastevere lo chef ha creato una nuova ricetta, Ajo e Ojo, utilizzando aglio rosso di Nubia e olio pugliese di prima spremitura. Provato e approvato, soprattutto perché aveva la mozzarella più filante di tutti. 

L’offerta va oltre i supplì, possiamo scegliere tra le polpette di melanzane (5,00 euro), le polpette di alici con “il mio Garum” ovvero con alici fresche, pane, formaggio e uvetta (5,00 euro), il croccante di baccalà con uovo e aglio (7,00 euro), la bufala in carrozza e marmellata di pomodorini verdi e acciuga (5,00 euro). Senza dimenticare il carciofo fritto tipico di questo periodo.

Che dite, fame?

Lo chef Dandini non può lasciarci senza dolce!

Crema fritta (2,00 euro), zuppa di cioccolato bianco e Mousse di mascarpone (entrambi a 5,00 euro).

Dopo questa presentazione il vero “Supplizio” sarà non mangiarli!

 

INFORMAZIONI

Supplizio Trastevere Roma

Via di San Francesco a Ripa 1 (angolo Piazza San Callisto)

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Una giornata al Margutta, vegetarian food & art

Una giornata al Margutta, vegetarian food & art

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Una giornata al Margutta, vegetarian food & art

A pochi passi da Piazza di Spagna troviamo una piccola via dove si mescolano arte, bellezza e storia.

Ritengo che Via Margutta sia una delle strade più belle di Roma, forse perché mio padre è un pittore e ho un’ammirazione fortissima per chi realizza opere d’arte. In questa via ci sono molte gallerie che espongono opere sia pittoriche che di sculture di vario genere. Tra tutte queste gallerie non passa inosservato il Margutta, un ristorante che unisce l’amore per il cibo sano, biologico, vegetariano e l’arte.

Il Margutta è un luogo che puoi vivere a 360 gradi, non c’è solo una proposta food vegetariana ma periodicamente vengono esposte mostre di pittura, fotografia e non solo. Un piccolo museo che possiamo ammirare mentre degustiamo un ottimo cibo. 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
Una giornata al Margutta

Il ristorante apre le sue porte alle 9.00 del mattino proponendo una colazione Bio con cappuccino, caffè, the, dolci con base vegetariana ma anche uova strapazzate e French toast. Molte sono le persone che vengono a far colazione e soprattutto approfittano di questo luogo per lavorare con i loro portatili, grazie alla tranquillità e al wi -fi sempre libero. Quante volte ho sognato un posto così!!

Alle 12.30 il Margutta propone il suo Green Brunch infrasettimanale, un brunch light sia per la scelta dei piatti che per il prezzo dando la possibilità soprattutto ai lavoratori di zona di consumare un pasto sano, leggero e gustoso. Il costo è di 15,00 euro per turisti e persone di passaggio mentre per i lavoratori convenzionati 12,00 euro. Il Brunch consiste in un piatto tris che possiamo comporre a piacimento, una zuppa, un dolce o una macedonia e infine acqua minerale. 

Le ricette proposte sono in tutto 40, venti pietanze fredde e venti calde, con un menù che cambia ogni giorno della settimana e in base alle stagioni. Come racconta Tina Vannini, proprietaria insieme a suo marito Claudio, di questo angolo di paradiso: “L’orto parla chiaro. quattro sono i menù nell’arco di un anno in base alle stagioni”. Nel fine settimana il Brunch diventa “Festivity” accompagnato nella giornata della domenica da musica dal vivo. La scelta è molto ricca e vuol rispecchiare la trazione italiana, quindi troviamo lasagne, ravioli, cannelloni e parmigiane come se fossimo a casa. A Tina piace riprodurre una cucina tipicamente casalinga ed è proprio per questo che molte famiglie popolano il Margutta nel week end. La formula è quella del buffet libero rispettando sempre il valore del cibo, senza sprechi ed il costo è di Euro 25,00 compreso il dolce e il caffè.

Il Brunch chiude alle 16.00 ma non il Margutta che dalle ore 16,30 mette a disposizione un piccolo buffet di dolci per chi, passeggiando tra le strade del centro, vuol fermarsi a sorseggiare una tazza di the.

In un attimo arriva l’ora dell’aperitivo e dell’apericena. Appena entri nel ristorante c’è una zona con un bancone, un tavolo sociale in legno e tanti tavolini, ma la parte più bella è il giardino sospeso. In questa zona è possibile fermarsi per l’aperitivo con buffet libero e drink fino alle 23.00 ed il costo è di 18,00 euro.

Finalmente sono le ore 19,00 e la cena alla carta nell’area del ristorante è servita. Da pochi giorni troviamo il nuovo menù ed io ho provato molti di questi piatti. L’orto di Tina Vannini ci ha regalato verdure, colori che preannunciano la stagione più bella dell’anno, la primavera.

Il nuovo menù del Margutta.

La cucina è affidata allo chef Mirko Moglioni, oggi docente da Coquis, che ha scelto il Margutta per mettersi alla prova con una cucina stimolante per la sua grande complessità e per la selezione delle materie prime. L’impegno creativo è davvero grande ed io dopo aver assaggiato il suo menù posso affermare che lo chef ha creatività da vendere.

Siamo partiti con una degustazione degli antipasti. Le porzioni che vedete nelle foto non sono reali, ovvero le porzioni che vengono servite sono notevolmente più grandi.

Spuma di patate accompagnata con una zeppola di pane e alga plancton.

Questi bellissimi piatti sono diversi assaggi degli antipasti che troviamo nel nuovo menù. Sfoglie di patate con mozzarella di bufala campana, pomodoro confit, cipolla di Tropea sott’olio e sorbetto di olive taggiasche. Zuppa al basilico con pappa al pomodoro, chips di melanzana e ricotta salata. Pane tostato arrotolato farcito con melanzane alla parmigiana, caponata e provolone. Fiore di zucca panato “alla carbonara” con purea di zucchine e scaglie di pecorino. Sfiziosissimi antipasti, la sfoglia di patate e la zuppa al pomodoro sono i miei preferiti.

Risotto riserva San Massimo fave e pecorino con ricotta di mandorle zucchero bruciato e Habanero (15,00 Euro)

Questi sono due assaggi dei primi piatti.

Cavatelli al pesto di erbe aromatiche con cruditè di verdure aromatiche e scaglie di pecorino. (Euro 13,00)

Tortello lime e piselli con all’interno piselli al burro di pistacchi, gel di latte e sale affumicato. (Euro 14,00)

 

 

 

Passiamo ai secondi.

Sfera di patate alla curcuma ricoperta di bietina al vapore con all’interno un uovo pochè (meglio conosciuto come uovo in camicia), spuma leggera di parmigiano e tartufo (Euro 15,00).

Cotoletta di seitan panato ai cereali su nido di spaghetti di riso saltati al wok con verdure di primavera e gel al wasabi. (Euro 14,00)

Finalmente arrivano i dolci esteticamente belli colororatissimi e dal gusto eccellente.

Gelèe al mango con spuma e gelato al cioccolato fondente, cialda croccante al riso soffiato e caramello. (Euro 11,00). Zuppetta di fragole con ratatouille di ananas e papaya con sorbetto di pompelmo rosa e glene alla menta. (Euro. 10,00). Créme brulée alla fava tonka con meringa all’italiana (Euro 11,00)

“Se non proviamo un emozione non possiamo mangiar bene perché ingurgitiamo cibo per riempire gli spazi e la solitudine. Se invece proviamo a riempire questo spazio e uniamo al cibo qualcosa da vedere mangeremo sicuramente meno perché ci alzeremo da tavola sazi di gusto e non di pesantezza, cerchiamo questo dalla nostra cucina. Entrare in un posto e vedere una mostra o ascoltare un concerto jazz è uno modo di far ristorazione in modo verticale, è un modo di pensare verso l’alto e non sono verso la tavola, nutrire la mente.”

Queste sono le parole di Tina Vannini quando parla del suo ristorante, un luogo dove la natura, l’arte, il giardino sospeso, i tavoli di legno naturale, i colori e tutta l’attenzione per i particolari si uniscono e portano un format informale, accogliente e impeccabile.

INFORMAZIONI

Il Margutta, vegetarian food & art –Via Margutta, 118 – 00187 – Roma
Per informazioni e prenotazioni:
info@ilmargutta.bio
Tel : +39 06. 32650577

 

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Ricetta  – Torta al cioccolato che crea dipendenza

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Torta al cioccolato che crea dipendenza

Oggi parliamo di ricette segrete. Quante volte vi è capitato di assaggiare una torta e chiedere la ricetta? Buio totale.

In passato ho fatto parte di questa categoria di persone restie e ho sempre “svagato” davanti alla richiesta della ricetta della mia Torta al cioccolato. Era il dolce delle grandi occasioni, la torta di San Valentino a forma di cuore quando ero adolescente e non avevo i soldi per il regalo al mio fidanzato. Era la torta delle feste di compleanno, a casa e non solo. Era la torta più buona del mondo.

Oggi voglio condividerla con voi perché penso sia giunto il momento di cederla, così finalmente la porterete nelle vostre case, nelle vostre feste o semplicemente la preparerete quando avrete voglia di un momento dolcissimo.

Vi avverto la torta è una bomba vera. Tanto, tantissimo cioccolato e io aggiungo anche al suo interno mezzo barattolo di nutella.

RICETTA

Ingredienti:

  • 3 uova da 60 gr ciascuna
  • 180 gr di farina
  • 180 gr di zucchero
  • 180 gr di burro
  • 2 cucchiai di cacao amaro
  • un pizzico di vanillina
  • mezza bustina di lievito chimico
  • 200 gr di cioccolato fondente
  • trucioli di cioccolato per decorare
  • nutella o crema di cioccolato spalmabile

 

 

 

Procedimento:

Montare i tuorli con lo zucchero in una ciotola finché non diventa una crema. Piano piano aggiungere 180 grammi di burro fuso a freddo, 180 grammi di farina setacciata, la vanillina, il lievito e infine gli albumi montati a neve densa.

Imburrare o infarinare uno stampo per torta e rovesciare il composto. Cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 35 minuti o poco più. Facciamo la prova con uno stuzzicadenti, se non rimane umido il nostro dolce è pronto. 

Lasciare raffreddare e nel frattempo sciogliamo a bagnomaria o al microonde il cioccolato fondente. Appena la torta sarà fredda disponiamola su un foglio di carta forno oppure su un alzatine di acciaio (ad esempio quella del grill per il microonde). Io amo aggiungere al centro, tagliano in due la torta uno strato di nutella o crema di cioccolato spalmabile, Vi assicuro è ottima!!

Dopo aver fatto cadere una pioggia di cioccolato lasciamo raffreddare. Il dolce è pronto per creare dipendenza.

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Monte Due Torri Gourmet e la sfida dello chef Josè Amici

Monte Due Torri Gourmet e la sfida dello chef Josè Amici

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Monte Due Torri Gourmet e la sfida dello chef Josè Amici

 

C’era una volta un castello fortificato dove il dittatore Mario Furio Camillo nel lontano 389 a.c. vinse sui Volsci. Il casale venne poi ricostruito su grandi cisterne romane e avvolto da muraglie medievali per il controllo del territorio. 

Oggi c’è un Agriturismo, il Monte Due Torri che prende il nome dall’omonimo monte che si trova nelle terre dei Castelli Romani.

L’agriturismo, situato in questa location suggestiva, da la possibilità di poter degustare una cucina tradizionale, realizzata con prodotti del territorio con pane, pasta, dolci, miele, olio, ortaggi, frutta provenienti dalla stessa terra. Qui finalmente abbiamo il vero km 0.

Da poco tempo Monte Due Torri è divenuto anche Gourmet grazie alla sfida e all’ambizione dello Chef Josè Amici. Il suo desiderio è quello di unire genuinità, prodotti enogastronomici della tradizione della campagna romana e raffinatezza. L’idea di questo giovane, ma talentoso chef, è quella di unire Arte, Cibo e Culture di epoche romane fino ad oggi puntando sulla qualità dei prodotti che vengono lavorati con stile.

Il servizio per questo ristorante gourmet è riservato ad un massimo di 10 commensali ed è necessaria la prenotazione. Il servizio è eccellente e la sala dove viene servita la cena è stata ricavata da un’antica cisterna romana, circolare con le pareti in mattonino e con al centro un’apertura che permette di ammirare il cielo con il naso in sù. Ogni dettaglio è attentamente curato. La prima cosa che balza agli occhi, oltre la perfezione della mise en place e dell’ambiente suggestivo, è il richiamo ad un’opera d’arte sulla tavola. 

 

 

 

 

 

 

 

 
Cornice croccante con polvere di pomodoro e olio al basilico, attraverso la quale lo chef Josè Amici vuole trasmettere la sua filosofia in cucina ispirandosi all’opera di Lucio Fontana, Taglio su tela.
La cena inizia con alcuni benvenuti dello chef. Panzerotto ripieno di pachino confit, mozzarella di bufala e alici di Anzio, tutto scottato con olio extravergine di oliva prodotto dalla loro azienda, con una spolverata di parmigiano e foglioline di maggiorana. Accanto uno gnocco alla romana fatto con parmigiano pecorino, semolino condito con olio extravergine aromatizzato alla menta.
Durante questa cena per la prima volta nella mia vita ho mangiato la lumaca, in gergo laziale la Ciammaruca, fatta ingrassare nel latte, per far rilasciare la sua essenza, condita con zucchine, peperoni, lime e gel al finocchio, ed infine avvolta in foglia di lattuga. Per dovere l’ho assaggiata, conclusione, difficilmente ripeterò l’esperienza. Ma è un problema del mio palato che non ama quella consistenza.
Terzo ed ultimo entrée, Chips di riso croccante tricolore con una punta di maionese biologica. Quella verde aromatizzata al basilico, quella bianca all’aglio e infine quella rossa allo zafferano.
 
Piatto di ingresso, Arringa affumicata, un piatto tipico della cultura romana rivisitato. Sul fondo crema di uvetta, gel all’arancia e pane croccante all’aglio ed infine viene versata la clorofilla. Ultimo ingrediente salsa balsamica di Apicio, una vecchia ricetta con aceto di Modena.
 
 
 
 
Arriviamo al primo piatto, Fagottelli ripieni con salsa all’amatriciana, crema con pecorino, pachino confit e fogliolina di aneto con una spolverata di crumble di guanciale croccante.
 
Piccione frullato un mese con fiori di camomilla su una crema di patate affumicate al pino, peperoni al idromele (una ricetta molto antica, a base di acqua e miele fermentato), al centro zampette di piccione frullate con camomilla, soia e zenzero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il dessert viene preceduto da un piccolo assaggio di sorbetto al limone e fragola accompagnato da gel di fragola e fogliolina di menta.
Dolce gelato esotico al mango su crema di passion fruit e limone, con crumble e spugna di cacao suggella la fine di una cena che rappresentato una vera esperienza.
 
 
Due sono i menù che si possono scegliere “Le soste di Caligola” ad Euro 50,00 ed “Eterno” ad Euro 70,00.
In entrambi ad ogni portata è compreso in abbinamento un calice di vino.
L’idea dello chef Josè Amici è quella di valorizzare i prodotti del territorio partendo da ricette antichissime della nostra regione.
Una cantina di élite dove vivere non una semplice cena ma una vera esperienza in un ambiente elegante e raffinato.
 
 
INFORMAZIONI UTILI
 

Monte Due Torri Gourmet –  Via Montegiove Nuovo, 77, 00045 Genzano di Roma (RM)

Tel +39 / 069363276 info@monte2torrigourmet.it

Aperto la sera dal Martedì al Sabato. Obbligatoria la prenotazione. Dress code: Elegante

 
 

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La ricetta di Ilaria Barisi – Pasta con la zucca e lo speck

La ricetta di Ilaria Barisi – Pasta con la zucca e lo speck

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Ricetta di Ilaria Barisi – Pasta con la zucca e lo speck

dal Blog “Una romana ma non troppo”

Vi ho parlato molte volte della mia voglia di collaborare con persone che stimo, seguo e ammiro. Oggi vi presento una persona davvero speciale. Anzi, lascio a Lei la parola. Seguite il suo Blog Una Romana ma non troppo, ricco di ricette che vengono dal cuore e da tradizioni antiche.

“Mi chiamo Ilaria Barisi.

Ho iniziato a cucinare molto presto con le mie nonne. Non c’è ricordo della mia infanzia che non sia associato a pasti luculliani o alle lunghe preparazioni culinarie. Ricordo ancora perfettamente le cucine delle mie nonne: gli odori che sprigionavano dai fornelli, le pentole di ceramica e rame che non si usano più, il gusto dei piatti antichi e un pò pesanti, le porzioni di manicaretti degne di Obelix e, soprattutto, la convivialità intorno alla tavola durante le lunghe preparazioni, in cui venivano coinvolti tutti, anche i piccini. Mi tornano spesso alla mente la loro manualità nel gestire la materia prima e una sapienza nel fare la spesa ormai quasi perduta.

Fino alla tarda adolescenza amavo realizzare solo i dolci. Poi ho deciso di iniziare a studiare la cucina a tutto tondo: l’arte bianca, la canditura e come fare le conserve, corsi amatoriali di alta cucina con chef stellati, per concludere con un diploma professionale di aiuto cuoco.

Ho lavorato per 20 anni in aziende farmaceutiche come manager e perciò mi dilettavo in cucina solamente nel tempo libero, ora posso finalmente indulgere in questa mia passione a tempo pieno.

Sono diventata “cuciniera” così, per gioco. O forse per destino.

Da ottobre 2018 ho anche aperto un blog di cucina www.ilariabarisi.it in cui ho voluto raccogliere le ricette di nonne, prozie, zie e genitori come ricettario digitale.”

Questa è una delle tante ricette che ha condiviso con noi!

Pasta con la zucca e lo speck

Lorenza è stata per molti anni una mia collega quando lavoravo in una multinazionale farmaceutica. Sa cucinare benissimo ma nonostante ciò, e con mio estremo disappunto, è super magra. Come fa non si sa! La ricetta mi è stata regalata in una delle cene super affollate che soleva organizzare nel suo mini appartamento quando ancora era single.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RICETTA

 

Dosi per 4 persone

320 gr pasta

600 gr zucca

Olio extravergine di oliva q.b.

1 spicchio d’aglio

100 gr panna da cucina

200 gr speck a fettine

40 gr parmigiano grattugiato

sale e pepe q.b.

Preparazione:

Mettere a bollire l’acqua per la pasta in una pentola. Lavare la zucca, privarla della buccia e tagliarla a dadini.

In una padella con l’olio e l’aglio cuocere la zucca a fuoco moderato. Quando la zucca è pronta, inserire un po’ di panna e continuare a cuocere per alcuni minuti. Salare e pepare.

In un padellino antiaderente cuocere lo speck tritato finché non diventa bello croccante.Nella pentola della pasta salare l’acqua bollente con il sale grosso, 7-8 gr circa per litro di acqua, e buttare la pasta. Scolare la pasta al dente e mantecarla per un paio di minuti nella padella con la salsa di zucca. Salare se necessario.

Aggiungere del parmigiano e lo speck e servire.

Piccoli segreti per il successo del piatto:

1)     La zucca andrebbe prima cotta per alcuni minuti coperta così da far uscire tutta l’acqua in essa contenuta. Poi andrebbe lasciata asciugare a fuoco moderato per almeno venti minuti.

2)     Lo speck deve essere cotto in un padellino freddo. Portato a calore moderato fino alla coloritura e poi messo su carta assorbente fino al suo utilizzo. Solo così rimane croccante

3)     Per cuocere la pasta in modo ideale bisogna considerare 1 litro di acqua per ogni 100 gr di pasta

 

 

 

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