Il Marchese
tra il fascino della nobiltà e la veracità del popolo
Il Marchese, un ristorante che sorge alla fine di via Ripetta, si trova al piano terra di uno splendido palazzo settecentesco. Appena varchiamo la soglia, l’atmosfera delle antiche corti dei palazzi borghesi appaga la vista degli ospiti, che vengono catturati dagli incantevoli giochi di luci. Da una parte troviamo tavoli e sedie in legno, pareti antichizzate e banconi in marmo, dall’altra possiamo scorgere i materiali nobili, caldi ed eleganti, gli stucchi sfarzosi, le piante verdi e i grandi lampadari in ottone.
L’ambiente è reso particolare dalla presenza del bancone bar con top in marmo di Carrara, con preziose decorazioni, circondato da sgabelli in legno e incorniciato da poltrone e divanetti color pastello. Il pavimento è stato realizzato con vecchie cementine a scacchi bianchi e neri. Al centro, il cuore pulsante del ristorante, la cucina a vista, collegata al bancone bar da un’ampia vetrata.
Il ristorante è elegante e raffinato.
La storia
Nato dalla creatività e dalla determinazione di due amici imprenditori, Davide Solari e Lorenzo Renzi, il Marchese è un ristorante cosmopolita e la sua anima si sdoppia tra la raffinatezza della nobiltà e la veracità del popolo.
Il nome è liberamente ispirato al celebre film “Il Marchese del Grillo” di Alberto Sordi, con il desiderio di fondere insieme due anime molto diverse tra loro. Quella del carbonaro, tipico popolano dell’epoca, appartenente al ceto povero della società e solito trascorrere il tempo nelle osterie dopo il lavoro, tra vino e cibo genuino, con i piatti della tradizione, semplici, dai sapori decisi preparati dalle massaie e quella del nobile, appartenente alla piccola realtà ricca in contrapposizione al popolo, che passava le sue giornate tra festeggiamenti nei salotti delle ville borghesi con lunghi e ricchi pranzi, sorseggiando grandi vini e liquori. Così da Il Marchese si trovano i piatti della tradizione realizzati con gli ingredienti migliori e la sofisticatezza di esclusivi cocktail.
La cucina
Daniele Roppo, giovane cuoco romano, si avvicina alla cucina come autodidatta, sperimentando da solo fin da piccolo le varie reazioni che gli alimenti avevano tra loro. Grande è stata la passione che lo ha spinto da sempre verso quest’arte: il legame con i nonni, lei romana e lui pugliese, ha sempre rappresentato una memoria storica e familiare determinante nella sua vita.
Il menu parla di una cucina tradizionale, prevalentemente romana. In carta troviamo, tra gli antipasti, la Crocchetta di bollito con la salsa verde, piatto romano e “ricetta di mia nonna – racconta Daniele Roppo – nella quale faccio bollire e stracuocere il campanello e la punta di petto di manzo insieme a qualche spezia ed erba aromatica. È un piatto semplice fatto con tagli di carne poveri, dei quali mantengo anche l’acqua di cottura per ammorbidire la crocchetta. La salsa verde che accosto è quella classica che unisco a una maionese fatta in casa”.
Sempre tra i piatti romani il Baccalà (9 euro), in versione “crocchetta”, mantecato alla catalana, secondo una ricetta tramandata da un amico spagnolo con un roux classico, molto delicato con latte e patata, panato con pangrattato e panko, accompagnato da una crema di ceci al rosmarino. Si prosegue con la Tartare di Fassona con nocciola, pomodori secchi e olio alla brace (12 euro) e, tra le nuove proposte autunnali, torna, a gran richiesta, il Crostone con bufala affumicata e puntarelle alla romana (12 euro). Tra i pimi segnalo lo Spaghettone con burro di Normandia e parmigiano stagionato 30 mesi (15 euro) o l’Agnolotto di baccalà mantecato e datterino rosso e giallo (18 euro), tra le paste ripiene anche il Raviolo ripieno ricotta e cannella con ragù (15 euro). Inoltre, non mancano i piatti della tradizione: lo Gnocco alla romana con sugo di coda (14 euro) o lo Spaghettone ajo e ojo (13 euro).
Tra i secondi il “Filetto come i saltimbocca” (22 euro), un filetto di vitello con salvia e prosciutto come vuole la ricetta dei saltimbocca alla romana, cottura lenta e poi saltato con il fondo bruno (preparazione di tre giorni) e il vino. Immancabili le “Polpette” (18 euro) un sugo di sedano, carota e cipolla, tagliati al coltello per un sapore più rustico su cui viene posata una nuvola di parmigiano stagionato 30 mesi.
Tra i secondi di pesce il Polpo, frigitelli soia e semi in cui la parte vegetale viene sia frullata a crema che lasciata in foglie, (21 euro) è uno dei miei preferiti.
Qui troverai il menù
Il primo Amaro Bar in Europa
Il Marchese è soprattutto il primo Amaro Bar in Europa e offre una carta con più di seicento etichette, italiane ed estere, dalle più blasonate e raffinate, quelle di nicchia e quelle vintage, piccolissime produzioni che valorizzano il nostro territorio.
Il cocktail bar, affidato a Fabrizio Valeriani, offre una miscelazione classica e sperimentale allo stesso tempo con accostamenti che si sposano con la cucina, usando anche prodotti insoliti nei cocktail come alcune verdure, una miscelazione d’avanguardia basata sul gusto. Il menu dei cocktail è interattivo e con qualche effetto speciale e stimola il cliente a giocare con i barman: ad esempio con ingredienti “particolari” che lui stesso proverà nel suo cocktail,rimanendo sorpreso. La carta è divisa in 3 capitoli: la parte dedicata agli Spritz, quella focalizzata sul Negroni e poi la raccolta di tutti i signature de Il Marchese.
Il Marchese
Via di Ripetta, 162 Roma
☎06 9021 8872
http://www.ilmarcheseroma.it/losteria/
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